
Sognando il grande freddo.
I viaggi nell'artico, raccontati dai nostri tour leader
Mentre l’estate ci mette a dura prova con le sue temperature bollenti, noi sogniamo cascate ghiacciate, boschi innevati e freddo polare: siamo sempre pronti a partire per uno dei nostri viaggi di gruppo nell'artico!
Abbiamo chiesto ai nostri tour leader di raccontarci questi paesi attraverso esperienze personali e ricordi di viaggio, nessuno più di loro sa trasmettere l’emozione di un viaggio al cospetto di una natura così forte e maestosa.
Indice
1. Andrea e la magia artica

“Abbiamo chiamato questo viaggio Magia Artica perché è come essere su un altro pianeta, in cui il mare, la neve, le montagne, il ghiaccio danno vita tutti insieme a un paesaggio unico che proprio in inverno dà il suo meglio. E che dire dello spettacolo dell’aurora boreale tutte le sere? Se non è magia questa…”
Per Andrea la Norvegia è terapeutica, un luogo in cui sente il bisogno di tornare tutti gli anni, un viaggio che “non è fatto di luoghi, ma è un viaggio nella luce, tra nuvole, tramonti, panorami dal finestrino, silenzi e tempi lunghi”. “Qui si vive quella sensazione di ripararsi dalla natura selvaggia, lasciarla fuori mentre si è dentro al caldo nel comfort, è questo il concetto norvegese di “kos”.
In questo viaggio di gruppo in Norvegia: Magia Artica è la natura a dettare i tempi e influenzare il programma, alcuni punti panoramici possono sembrare diversissimi a seconda del meteo, ma sta proprio lì la sua bellezza: “non è un viaggio adatto a chi cerca il divertimento, è perfetto per chi vuole riconnettersi con la natura e accettare che sia proprio il freddo e l’inverno la condizione necessaria affinché ci sia quello spettacolo”.
2. Giulio e la terra di frontiera

La Patagonia, nelle parole di Giulio, è una terra “fatta di luoghi di frontiera e di meraviglie della natura, in cui percepisci le distanze immense, senti le lotte di chi è arrivato e ha dovuto combattere per restarci”.
Tra i luoghi del cuore di questo viaggio, Giulio non ha dubbi: “sicuramente il canale di Beagle, il punto che unisce i due oceani, vedi le navi partire per l’Antartide e sai che dopo di lì non c’è più nulla”. Ma tra i luoghi preferiti c’è per forza lui, il Perito Moreno, “ti sembra di poter toccare quel ghiacciaio con un dito, te lo trovi così, che si butta in dei laghi di un turchese mai visto prima”. È sicuramente il luogo preferito anche dei viaggiatori partiti con noi: “si emozionano sempre tutti, specialmente quando si sente il rumore dei pezzi che si staccano, percepiscono davvero che il ghiacciaio è vivo, è in continuo movimento”.
“Grande emozione anche nel Parco Torres del Paine, nella parte cilena, restano tutti incantati dal massiccio unico, le torri e i corni, i colori della roccia sotto gialla e in alto più scura, così come nella Penisola di Valdés in cui è possibile avvicinare i pinguini di Magellano, i lama selvatici e nel turno di novembre vedremo anche le balene!”
Per chi è adatto un viaggio di gruppo in Patagonia? “Sicuramente chi sta cercando qualcosa di più grande, un contatto diretto con un luogo remoto, chi ha voglia di sentirsi davvero un esploratore, ampliando il proprio sguardo all’infinito”.
3. Francesca e la natura selvaggia

Con i ricordi di Francesca partiamo per l’Islanda, “uno di quei paesi che ti segnano, dove ogni cosa è dettata dalla forza della natura, è lei che decide cosa è permesso o non è permesso fare e tu sei un umile essere umano al suo cospetto, ti rimette in prospettiva.”
I luoghi preferiti di Francesca non potevano che essere legati all’acqua, il suo elemento: “il primo luogo che mi colpì nel primissimo viaggio in Islanda, a gennaio 2020, fu Goðafoss, la cascata degli dei nel nord del paese, immensa e completamente ghiacciata! Così come la laguna glaciale e Diamond Beach, uno dei momenti più emozionanti anche per i nostri viaggiatori perché la scoprono a fine viaggio quando pensano di aver già visto tutto e invece... colpiti al cuore!”. Lascia a bocca aperta anche la penisola di Snæfellsnes, “perché è il primo assaggio d’Islanda del nostro on the road ed è fuori dai circuiti più conosciuti!"
Uno dei ricordi più divertenti? “Quella volta in cui si è rotto lo sportello del van per il vento e un vichingo l’ha sollevato a mani nude e lo ha rimesso in asse in un minuto”! Un viaggio in Islanda è così, bisogna prepararsi a quello che la natura ci riserva, “è un viaggio per chi vuole uscire dalla propria zona di comfort, farsi prendere a schiaffi dal vento, lasciarsi bagnare dalle cascate imponenti ma è quello il vero spettacolo, un concentrato incredibile di natura selvaggia.”
4. Kinza e i luoghi da fiaba

Se c’è un luogo che nell’immaginario di tutti noi rappresenta l’Artico fin da bambini, è sicuramente la Lapponia, “qui senti e vivi fino in fondo l’esperienza artica, cenando in una kota come i lapponi, entrando in contatto con la cultura sami, andando in slitta con le renne, entrando nel villaggio di Babbo Natale”, ci racconta Kinza.
“Sembra di essere in posti fiabeschi, dove il tempo si è fermato, con boschi innevati diversi tra loro, in cui cambia la vegetazione ma sono tutti accomunati dal bianco che ricopre tutto.”
Il luogo del cuore per Kinza è il Parco Nazionale di Riisitunturi, “la cartolina della Lapponia per eccellenza, con questa distesa di abeti piegati dalla neve con un panorama magico a 360 gradi.” Uno dei posti dove la luce è un elemento fondamentale: “la gente pensa che in inverno ci siano troppe poche ore di luce, ma in realtà ci sono delle sfumature lente proprio prima e dopo il buio, sia al crepuscolo che al tramonto, che si riflettono in modo incredibile sui paesaggi innevati e si possono vedere solo in questo periodo.”
Ma i viaggiatori restano senza parole soprattutto per la luce danzante e i colori accesi dell’aurora boreale: “nell’ultimo viaggio abbiamo visto una delle più potenti registrate in Lapponia, è stato un momento unico anche perché arriva sempre dopo ore di attesa, di studio e previsioni. Uno spettacolo che ripaga immensamente!”
Il viaggio di gruppo in Lapponia è adatto a chi “sta cercando un viaggio paesaggistico, vuole riconnettersi con la natura e capire quanto si possa vivere in armonia con essa anche in luoghi estremi del mondo come questo”.